Cosa sono le moto depotenziate?

Chi le può guidare, quali sono i limiti di potenza previsti dalla legge, quali patenti servono, come fare per ripotenziarle: scopri tutto su Motonline.it
Una moto depotenziata è un veicolo che, secondo le prescrizioni di legge previste dalla cosiddetta “normativa patenti” europea, ha una potenza massima di 35 kW (pari a 47,6 CV) con un rapporto potenza/peso non superiore a 0,2 kW/kg e che non sia derivato da una versione che sviluppa oltre il doppio della potenza massima, ossia 70 kW (circa 95,2 CV).
In sostanza, sono moto più potenti dei 35 kW reali, le cui prestazioni vengono “strozzate” dalla casa madre attraverso un’opportuna mappatura della centralina e un kit che impedisce la completa apertura del corpo farfallato. Si può guidare una moto depotenziata se si è in possesso della patente A2, documento conseguibile a partire dai 18 anni, oppure superiori come la A “completa”.
Alcuni esempi di moto depotenziate
La stragrande maggioranza delle moto con cilindrata dai 700 ai 900 cc sono in commercio sia in versione full power, sia depotenziata (queste, di solito, costano meno rispetto ai modelli full power). Tra i maggiori produttori, Ducati, BMW, Kawasaki, Honda, Yamaha, Suzuki dispongono di una ampia gamma di moto depotenziate.
La risposta è sì: una moto depotenziata può essere riportata a piena potenza, a patto che tale operazione venga fatta presso un’officina autorizzata dal costruttore. Sarà la stessa officina anche a far modificare il libretto per aggiornare la potenza effettiva del veicolo, una volta ripotenziato. Si tratta di un’operazione necessaria perché è sulla base dei kW di potenza che si paga il bollo moto.